Daniele Papuli | Visionomie
Venerdì 8 Settembre 2017 alle ore 18.00, si inaugura la mostra Visionomie, prima personale bolognese dell’artista salentino Daniele Papuli.
L’artista giunge alla manipolazione della materia cartacea e a fare della carta il fulcro ed il mezzo del suo linguaggio espressivo. Un percorso che si evolve dalla gravità alla leggerezza della forma, dalla solidità dei materiali generalmente utilizzati per la scultura, come nei primi manufatti in pietra, legno, gesso, alla ricerca di altri di maggiore duttilità e leggerezza.
Nelle sperimentazioni di Papuli, la carta si trasforma da cellulosa quasi impalpabile a materia stratificata. Il singolo foglio, così effimero ed evanescente, nelle mani dell’artista, diventa unità di misura per comporre lo scheletro interno dei suoi volumi, forme che si aprono e si dischiudono, animate da un dinamismo interno.
Come nel 1998 scriveva Vanni Scheiwiller, le sue sculture sono, appunto “composizioni astratte che entrano nello spazio per dialogare con esso alla pari. Non un ‘oggetto’, ma un’aperta costruzione spaziale…”.
“Alla pari: lo spazio non quindi come mero contenitore, nè come vuoto che si insinua tra i pieni, ma una realtà̀ che si intreccia con la realtà̀ dei volumi. Come del resto nella scultura da sempre avviene, e dalle avanguardie del secolo scorso, dal futurismo, il cubismo, l’astrattismo e il surrealismo medesimo in modi e misure più radicali. Si pensi a un Boccioni, a un Arp o a un Moore, e ai molti altri, che non chiudono la vicenda più che plurimillenaria della scultura, ma ne aprono una fase nuova, in cui Papuli si situa. Altro motivo di contemporaneità̀ nel lavoro di Papuli è lo sconfinare in territori altri, seppur contigui, dall’architettura e dal design alla moda, all’arredamento, agli impianti scenografici per fere ed esposizioni, non necessariamente d’arte, che, nella positività̀ della ricerca di sviluppi e risultati inediti, dà prova della vitalità̀ e novità̀, nel linguaggio e negli obiettivi medesimi, di una scultura del presente, senza peraltro negare il passato e la tradizione, rivissuti nella dimensione del presente, come nello stesso recupero plastico-espressivo della carta.” Luciano Caramel
“Quando qualcuno mi chiede perché la carta, di colpo mi sento fragile come la pagina leggera di un libro e nello stesso momento forte come un libro di mille pagine sfogliato nei secoli da centinaia di mani. Tralasciando la forza della parola impressa sulla pagina, per me la carta è materia viva vibrante mutevole.” Daniele Papuli
Biografia
Daniele Papuli, 1971, Maglie, Puglia, Italia.
Dopo il diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, si stabilisce e lavora a Milano.
Al ’91 risale l’approccio alla scultura con i primi manufatti in pietra, legno, gesso. Nel ’93 a Berlino, in occasione di un workshop internazionale, apprende i metodi di fabbricazione del foglio della carta. E’ un’esperienza decisiva, che spiega come dal ’95 sia proprio la carta la materia che sente più adatta alla propria ricerca e al proprio linguaggio. Sperimenta la produzione di carte a mano e dal ’97 realizza le prime sculture con diverse tipologie di materiale cartaceo.
A questo stesso periodo risale l’incontro con l’editore Vanni Scheiwiller che gli affida la produzione straordinaria di fogli realizzati a mano per i supporti grafici del libro d’arte in 300 esemplari Trittico tre poesie di Wislawa Szymborska tre collage di Alina Kalczynska.
La continua indagine intorno alla materia e la sperimentazione di nuovi materiali, affini alla carta, proposti per le loro potenzialità strutturali e tattili, lo portano a continue interconnessioni dalla scultura, al design, all’installazione, agli impianti scenografici
per noti marchi moda. fiere, mostre internazionali.
Gli oggetti proposti, per lo più edizioni numerate e pezzi unici, dialogano con le molteplici esperienze del design contemporaneo.
Per Flux Laboratory di Ginevra, fondazione di arte, danza e discipline sperimentali, mette in scena, nella mostra personale del 2011 Le Gèant de Papier, projections de la matière, quattro installazioni che dialogano con le performance di danza costruite ad hoc.
I suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero, ed in pubblicazioni specifiche anche nell’ambito della Paper Art.
Sulla mia ricerca. Note critiche e testi.
“… Nelle sue sculture eseguite con materiale cartaceo nel 1997 Papuli si muove dalla pesantezza degli ‘incunaboli ’ alla leggerezza dell’aquilone, dalle superfici compatte alla fatture rugose. Le sue sculture sono composizioni astratte, che entrano nello spazio per dialogare con esso alla pari. Non un ‘oggetto ’, ma una aperta costruzione spaziale…”.©L’ incontro con la carta risale al 1995 dopo aver indagato diversi materiali della scultura con una serie di manufatti in pietra, legno, gesso, seguendo inconsapevolmente un percorso, un passaggio continuo dalla gravità alla leggerezza della forma, dalla solidità alla duttilità della materia. Con lo stesso ‘fare’ che appartiene allo scultore, ossia scavando e ‘levando’, ho assottigliato sempre di più i volumi, anche attraverso forme in resina risolte in ampie superfici bidimensionali, fino ad arrivare alla manipolazione della materia cartacea. Per meglio conoscerla e poterla dominare ho sperimentato la sua produzione, sminuzzando carte di vari tipi, miscelate e ricomposte sul retino con terre, erbe e colori. In questo processo di trasformazione, da cellulosa quasi impalpabile a materia stratificata, sono stato stimolato dall’accumulo e accostamento delle risme originarie, per lo più in strisce e ritagli, utili come materia prima da cui partire.
Ho deciso di ‘costruire’ la forma scegliendo proprio il foglio di carta come unità di misura, attratto dalle grammature leggere e grosse, dalle potenzialità strutturali della superficie, da questa materia per me, viva, vibrante e mutevole. Materia con una fisicità ed un piacere tattile apparentemente dissimulato nella sua forma più consueta, piatta, bidimensionale, affidato alla
grana e al colore. Con una serie di azioni decisive come il taglio, la scomposizione ed estrapolazione dei volumi cercati, il foglio diventa per me una superficie distesa sulla quale agire. La mia indagine prosegue e si sviluppa attraverso la costruzione di strutture in carta sempre più complesse basate sulla ripetitività dei singoli moduli cartacei. I volumi sono calcolate composizioni lamellari, composti da numerose sagome ottenute con infiniti tagli manuali, una sorta di ‘frattale’ fatto nei modi di uno scultore plastico.
Le forme che ne risultano a volte si dischiudono a tutto tondo come piccoli e grandi libri e rivelano dall’interno il segno e il disegno dei molteplici riflessi di luce e ombra. La scultura in questo caso mostra una sorta di dinamismo interno, la curvatura dei fogli ne suggerisce l’andamento e lo sviluppo a tutto tondo; sono queste molteplici variazioni ad interessarmi. Altre volte le forme diventano monoliti cartacei sfaccettati in centinaia di lamelle leggere dove gli strati della materia assomigliano a venature e le mutazioni cromatiche della superficie, che ingiallisce come carta lasciata al sole, fanno parte di un processo di metamorfosi che fa risalire il foglio al legno, all’albero, alla sua materia madre d’origine.
A seconda di come è mossa, toccata, tagliata, la carta mi offre continue ‘visionomie’ e ‘tattometrie’, così ho chiamato, rivendicandone l’origine sensoriale, visiva e tattile, le suggestioni che questa materia è in grado di generare nella sua nuova strutturazione. Il mio fare procede allora con la restituzione di queste esperienze e con il continuo indagare intorno alla scultura, alla sua fisicità, al suo rapporto con lo spazio.
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Le opere di Daniele Papuli, giovane artsta salentno, testmoniano la crisi e insieme la vitalità, ancora, della scultura, tut’altro che morta. Anche il suo statuto linguistco, come quelli di ogni arte, non è un assoluto. È pur esso legato al divenire della storia e quindi è mutato e muta, anche sostanzialmente, con lo svolgersi del tempo, in rapporto al variare del contesto storico-antropologico-culturale, con diferenze, anche notevoli, tra paese e paese. Una scultura gotca, o rinascimentale o barocca, o neoclassica, inoltre, è valutata diferentemente nel tempo successivo alla sua esecuzione, che è sempre, in se stesso, tempo della contemporaneità, anche nel giudicare il passato, con criteri, quindi, che non sono quelli originari. Di qui l’errore di prospetva del vedere la decadenza della scultura nel mutamento del suo linguaggio, principalmente sul registro delle connotazioni, di stle, ma anche di tecnica e di materia, nella persistenza, tutavia, dei carateri denotatvi della tridimensionalità e quindi del dialogo, determinante, con lo spazio. Ecco, in Papuli, la carta, sopratuto, e materiali nuovi quali quelli plastci, irrituali nei confront della tradizione, invece che la pietra, il marmo, il bronzo, e la leggerezza al posto della pesantezza (però non accantonata, come, in mostra, in Tursu e Tre Turse, del 2008 e 2009 o in Tatometrie e in Cartaceo, del 2000 e 2007) e sempre ancora, indistntamente, nel rapporto e nella fruizione con lo spazio. Come nel 1998 scriveva Vanni Scheiwiller, le sue sculture sono, appunto “composizioni astrate che entrano nello spazio per dialogare con esso alla pari. Non un ‘oggeto’, ma un’aperta costruzione spaziale…”.
Alla pari: lo spazio non quindi come mero contenitore, nè come vuoto che si insinua tra i pieni, ma una realtà che si intreccia con la realtà dei volumi. Come del resto nella scultura da sempre avviene, e dalle avanguardie del secolo scorso, dal futurismo, il cubismo, l’astratsmo e il surrealismo medesimo in modi e misure più radicali. Si pensi a un Boccioni, a un Arp o a un Moore, e ai molt altri, che non chiudono la vicenda più che plurimillenaria della scultura, ma ne aprono una fase nuova, in cui Papuli si situa. Altro motvo di contemporaneità nel lavoro di Papuli è lo sconfnare in territori altri, seppur contgui, dall’architetura e dal design alla moda, all’arredamento, agli impiant scenografci per fere ed esposizioni, non necessariamente d’arte, che, nella positvità della ricerca di sviluppi e risultat inedit, dà prova della vitalità e novità, nel linguaggio e negli obbietvi medesimi, di una scultura del presente, senza peraltro negare il passato e la tradizione, rivissut nella dimensione del presente, come nello stesso recupero plastco-espressivo della carta. Con risultat che non si esauriscono nell’essere atuali, ma sono rilevant per l’invenzione e la fantasia, in sotli, fragili struture lamellari in carta mobili e addiritura futuant, come quelle di cartoncino bianco costruite per presentare le opere leggere nelle salete dell’abitazione di Antonio Calderara, maestro della leggerezza, fno alla trasparenza spaziale delle velature cromatiche. (Luciano Caramel)
Biography
Daniele Papuli was born in 1971 at Maglie, Puglia, Italy.
After graduating in Sculpture at the Accademia di Belle Arti di Brera, he settled in Milan where he still works. His first approach to sculpture dates back to 1991 with his earliest stone, wood and plaster artefacts. In 1993, on the occasion of an international workshop in Berlin, he learned methods for manufacturing sheet paper. It was a crucial experience that brought him in 1995 to choose paper as the most suitable material for his research and his own language. He then experiments with the production of handmade paper and from 1997 makes his first sculptures with different types of paper material.
In this period he meets the publisher Vanni Scheiwiller, who entrusts him with the extraordinary production of handmade sheets of paper for the graphic underlay of the art book in 300 copies: Trittico, tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kalczynska.
His continuous investigation into matter and his experimentation on new materials similar to paper and proposed for their structural and tactile potential lead him to continuous interconnections from sculpture to design, to installations and sets for fairs and international exhibitions. The exhibited objects, mostly limited editions and single pieces, dialogue with the whole experience of contemporary design.
For Flux Laboratory of Geneva, a foundation for art, dance and experimental disciplines, he produces, in his solo exhibitions of 2011, Le Gèant de Papier, projections de la matière, four installations that interact with the dance performances created for this particular purpose.
His works are in private and public collections in Italy and abroad, as well as in specific publications of PaperArt.
“… In the paper sculptures he created in 1997, Papuli moves from the heaviness of ‘incunabula’ to the lightness of kites, from dense surfaces to a sort of rough factures. His sculptures are abstract compositions entering into the space for an equal dialogue. They are not ‘objects’ but open, spatial constructions…”
Vanni Scheiwiller, 1998
My approach to paper dates back to 1995. I tried many different materials such as stone, wood, plaster, unconsciously following a route, a continual passage from gravity to the lightness of the form, from the solidity of the matter to its ductility.
According to the way of “making” which pertains to sculptors - excavating and ‘removing’, the volumes grew thinner and thinner, through forms in resin, too, worked out in large bidimensional surfaces; at last I reached paper, paper handling. In order to know and master it, I tried to produce it; I minced different kinds of paper, I mixed and reassembled them together with grounds, herbs and colours. In this process - its metamorphosis from an almost impalpable cellulose to a stratified material, I was spurred by the accumulation and combination of reams and reams, usually strips and cuttings, useful as raw materials to start with. I resolved ‘to build’ a shape choosing the sheet of paper as unit of measure; I was fascinated by light and thick textures, by the structural potentialities of surfaces, by this matter - alive, vibrating, changeable. A matter characterized by a physical, tactile pleasure apparently hidden in its more usual shape, flat and bidimensional, committed to its colour and grain.
Through some crucial actions such as cutting, decomposition and extrapolation of the pursued volumes, the sheet of paper becomes a surface on which I can act. I carry on and develop my research through the construction of more and more complex structures, founded on the repetition of the different paper moduli. The volumes are lamellar compositions, made up by numberless patterns realized through countless manual cuttings, a kind of ‘fractal’ obtained according to the ways of a plastic sculptor. The resulting shapes in relief sometimes open as small or big books, and reveal from the inside the sign and design of the manifold reflections of light and shadow. Sometimes the sculpture shows a sort of inner energy, the bending of the different sheets suggests the trend and development in the round. I am extremely interested in these manifold variations. Sometimes the shapes become paper monoliths faceted in many light lamellae where the different layers are like veins and the chromatic variations of the surface, yellowing as paper does in the sun, follow the metamorphosis by which the sheet traces back to wood, to the tree, to its primary mother-matter.
According to the way in which it is moved, touched, cut, paper offers me numberless sensorial, visual and tactile suggestions engendered by its new structure.
My work proceeds by returning these experiences, and searching about sculpture, its physical character, its connection to space.
from catalogue Visionomie carte sculture, Lucini, Milano, 2008
Solo exhibitions
2014
Metamorfosi, sculture e installazioni di carta, a cura di Marta Ragazzino, Palazzo Ducale di Martina Franca, Taranto
Installazioni in carte e fibre, Galleria Casa Dugnani, Robecco sul Naviglio, Milano
Scultografia, installazioni e sculture, Galleria Biffi Arte, Piacenza
2013
Mise en Mpise, light installation, Boscolo hotel, Milano
2012
Cartometrìa, installazioni e sculture, Villa Soranzo, Varallo Pombia, Novara
Fiber&Paper, showroom collections Maison Hermès, Milano
2011
Poil Pois Appeal, Flux Laboratory, Ginevra
Scultografie, installazioni e sculture, Castello Aragonese di Ischia
Le Gèant de Papier, projections de la matière, Flux Laboratory, Ginevra
2010
Vis à Vis carte sculture, Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno, Novara
2009
Le Visionomie, Galleria Luciano Colantonio, Brescia
2008
Fibre Garden, Dedon, Milano
2007
Tutto Scorre, Giardino Segreto, Roma
2005
Wall e Paper, opening home gallery, Milano
2004
Freewies, Steelcase, Milano
2003
Visionomie, boutique Fabriano, Milano
Group exhibitions
2016
Context Art Miami, USA, Galleria Stefano Forni
Art.Fair Cologne, Germany, Galleria Stefano Forni
2014
Festa a mare agli scogli di Sant’Anna, evento culturale, Ischia, Napoli
Panta rhei, The House of Peroni, a cura di M&C Saatchi, London
2013
Libri di Artisti, Biffi Arte, a cura di L. Calza, E. Molinari, Biffi Arte, Piacenza
Rivers of Air, a cura di Tobia Donà, Peschiera Nuova, Rovigo
Uff, installazioni aeree e terrestri, Rotonda di via Besana, Milano
2012
Premio Internazionale Limen Arte, Palazzo E. Gagliardi, Vibo Valentia (menzione speciale)
MustinTime, Arte del fare e design, Museo storico, Lecce
Overture, La Festa dell’Arte, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare
Incredibile Carta, Casa Dugnani, Robecco sul Naviglio, Milano
Capi d’Opera, a cura di Ugo La Pietra, Palazzo Morando, Milano
2011
7th Triennale Internazionale Du Papier, Musèe de Charmey, Suisse
Superfici Attive, a cura di Anna Comino, Spazio Temporaneo, Milano
H3O, a cura di Elisabetta Longari, Acquario Civico, Milano
2010
Artisti per la salute, Galleria Derbylius, Milano
Cartodendrometrìa, Galleria Dilmos, Milano
Miarti, Design Cafè, Palazzo della Triennale, Milano
Caccia all’uovo, Galleria dell’Incisione, Brescia
Babilonia, Triennale Design Museum, Milano
MiArt, Galleria Derbylius, Milano
Il segno del designer, Palazzo della Triennale , Milano
Arte Fiera, Galleria Soleluna, Bergamo
2009
Leggere/non leggere, Galleria Derbylius, Milano
Gioielli di carta, Palazzo della Triennale, Milano
Roma Souvenir: la città e il verde, opere di piccolo formato,
Galleria d’arte Istituto Portoghese, Roma
Skulpturen Von, Galleria Axel Holm, Germania
2008
Rrripp!! Paper Fashion, Mudam, Lussemburgo
Le regge, Galleria Dilmos, Milano
AAM, La Fiera dell’Arte Accessibile, Superstudio Più, Milano
One artist , Art Karlsruhe, Galleria Axel Holm, Germania
2007
Salon der schönen Bilder V, Galleria Axel Holm, Ulm
A.F. Artigianato Artistico di Eccellenza in Lombardia, a cura
di Ad Arte, Fieramilanocity, Milano
In cattedrale, Castello Aragonese, Ischia
The New Italian Design, Palazzo della Triennale, Milano
2006
Tuttolibri, Galleria Milano, a cura di Lea Vergine, Milano
2004
Margò’ , Galleria Dilmos, Milano
2003
Pitti uomo, Padiglione centrale della Fortezza, Firenze
Gap’s, Gap space, Asti
2002
Talea e fleur, Galleria Dilmos, Milano
2000
Carta bianca, Galleria Solaria Arte, Piacenza
Ukulele Oro Subito, itinerante, Cedan, Bologna
Vanni Scheiwiller e la scultura, a cura di G. Appella,
Circolo La Scaletta, Matera
1999
Là in mezzo al mar…, Palazzo Ducale, Martano
1998
Vie di mezzo, Palazzo de Judicibus, Casarano
1997
Origini, Monopoli Arte Contemporanea, Pavia
Passaggio a Nord-Ovest Installazioni, Biella
Puliamo il mondo, happening, Lecce
1996
Biennale del mare, Palavela, Diano Marina
1995
Salon 1’95, Galleria Arte Borgogna, Milano
Tracciati, Castello Aragonese, Otranto
Puliamo il mondo, happening, Lecce
Artisti in strada, happening, Brindisi
1994
Ho scritto t’amo sulla sabbia, happening, Marina di Carovigno